Spazio liturgico CEI
Il linguaggio architettonico è ispirato al concetto di “nobile semplicità” e al messaggio di povertà tramandato da San Francesco a cui è nominata lo spazio liturgico assieme a Santa Caterina.
Una stratificazione orizzontale articola la spazialità interna in due livelli simbolici ancor prima che architettonici. La parte basamentale, in continuità con la pavimentazione, è affidata a un paramento murario in laterizio disposto “a correre” in quanto svincolato da ogni ruolo strutturale. La parte sommitale è caratterizzata da un controsoffitto finito con intonaco a calce sui toni del bianco caldo, la cui variazione e delicata disomogeneità sono in grado di enfatizzare gli effetti di luce in ingresso dalla vetrata trapezoidale. La soffittatura sfaccettata accentua la progressione ascensionale verso l’alto, verso la visione della luce divina, contrapponendosi con la sua geometria articolata alla elementarità della base laterizia.
Nella cornice di tale assetto architettonico e materico, i fuochi liturgici trovano il loro ruolo centrale nella spazialità di cui governano visuali e percorsi. La pietra d’onice massiva (per i piani sommitali) e musiva (per i fronti), con la sua ricchezza figurale e cromatica, fa da contrappunto alla sobrietà di pareti e pavimenti e consente l’immediata riconoscibilità della realtà misterica e del significato trascendente di altare, ambone e custodia eucaristica, sia durante che al di fuori della celebrazione.
Cliente: Fondazione di religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena
Anno: 2021
Luogo: Roma, Italia
Progetto architettonico: AFSa (Antonio Acocella, Alessandro Falaschi, Pietro Seghi), Clemente Nativi
Artisti: CaCO3 (Âniko Ferreira da Silva, Giuseppe Donnaloia, Pavlos Mavromatidis)
Liturgista: Padre Fergus Ryan
Collaboratori: Tommaso Fressoia, Giorgia Giovi, Silvia Roseto
Immagini: Prospettica